Menu rapido
Disabilità e Cooperativa sociale Pagine principale Privacy e cookie Mappa del sito Scrivici Stampa la pagina
Home Privacy e cookie Mappa E-mail Stampa

Servizio di orientamento e inserimento lavorativo

Presso il Centro Socio-educativo di Urbino sono da anni attivi vari servizi educativi e di pre-formazione professionale estremamente aperti ed integrati con la realtà sociale, i quali, con la realizzazione del presente progetto, potranno trovare il completamente nella integrazione lavorativa del disabile mentale.
In particolare, a conclusione del percorso formativo (il quale non ha una durata fissa, essendo la stessa connaturata alle esigenze degli allievi) si ipotizzano tre strade principali:

  • la possibilità di lavoro indipendente presso Enti ed aziende, aiutato da un training specifico e dalla eventuale presenza iniziale di un tutor;
  • l’inserimento lavorativo in cooperative sociali;
  • la continuazione di un percorso educativo e ricreativo finalizzato al mantenimento e possibilmente al potenziamento delle abilità personali (per i ragazzi più gravi).

Lo schema riporta graficamente il percorso ipotizzato.

Orientamento al lavoro

Per illustrare in maniera più precisa il progetto, si riporta lo stralcio relativo alle modalità previste di inserimento lavorativo dei ragazzi con disabilità mentale. 

1. L’INSERIMENTO LAVORATIVO
DELLA PERSONA IN SITUAZIONE DI DISABILITÀ MENTALE

Il successo del processo di integrazione lavorativa dei soggetti disabili mentali dipende da due condizioni principali:

  • le competenze generali e specifiche dei soggetti disabili;
  • le richieste che i diversi ambienti di lavoro formulano. 

Riteniamo molto importante pervenire all’elaborazione di un modello formativo specifico ed ad un sistema di orientamento professionale, in grado di mettere in rapporto le abilità possedute dai soggetti in situazione di disabilità mentale e le richieste prestative connesse al tipo di lavoro da effettuare, sia esso “lavoro competitivo”, “lavoro supportato”, lavoro in “laboratori protetti”, ecc.

 Di seguito presentiamo il nostro modello operativo riferito sia all’integrazione lavorativa presso Enti ed aziende (lavoro non assistito), che presso cooperative sociali (lavoro supportato).

Come avremo modo di sottolineare, il successo nel processo di integrazione lavorativa delle persone in situazione di disabilità mentale dipende largamente anche dai sostegni iniziali che si prevedono.  Il nostro modello ne identifica due:

  • la presenza di un operatore della mediazione (tutor) in grado di guidare e sostenere i primi periodi di inserimento presso Enti e aziende private;
  • la predisposizione di borse lavoro per facilitare inizialmente l’integrazione presso cooperative sociali.

 

L’inserimento lavorativo presso Enti ed aziende private

Si tratta della modalità di inserimento, soprattutto per quanto riguarda il settore privato, che ha dato meno risultati in questi anni.  Pur essendo previste specifiche disposizioni di Legge, infatti, le situazioni di proficuo adattamento lavorativo sono state abbastanza limitate sul territorio nazionale.

Nuove possibilità sono sicuramente offerte dalla recente approvazione della Legge sul collocamento lavorativo dei soggetti disabili.

Il nostro progetto poggia su tre pilastri principali:

  • il servizio di orientamento lavorativo;
  • il periodo di formazione specifica al lavoro;
  • la presenza di operatori della mediazione (tutor).

 

Il servizio di orientamento lavorativo

Si tratta di uno specifico servizio, strettamente interfacciato con le realtà del territorio e con i “Centri per la massima occupazione", che si indirizza all'indagine delle opportunità occupazionali offerte dal territorio e al monitoraggio degli inserimenti. 

Il Servizio deve strutturare una mappa del territorio, dalla quale si evincano le opportunità di occupazione per le persone in situazione di disabilità mentale.  Gli operatori di tale Servizio prendono contatto con gli Enti e con le aziende, allo scopo di creare un dialogo proficuo che alleggerisca le possibili perplessità relative all’inserimento lavorativo delle persone in situazione di disabilità mentale.  Rassicurano, inoltre, che gli inserimenti verranno seguiti e monitorati nel tempo, anche prevedendo forme di mediazione in azienda con presenza di tutor.

Altre funzione che viene svolta dal Servizio, una volta verificata la possibilità di effettuare un inserimento lavorativo, è quello di assumere tutte le informazioni  sul tipo di lavoro che la persona in situazione di disabilità sarà chiamata a svolgere in modo da delineare il quadro delle competenze specifiche richieste (effettuando una task-processual analysis).

Abbiamo previsto uno specifico modello di orientamento, attraverso il quale vengono messe a confronto le abilità possedute dalla persona e quelle necessarie per il lavoro da svolgere. 
Tali abilità sono sia di carattere generale (abilità cognitive; abilità integranti; abilità di autonomia; abilità sociali), che di tipo specifico (abilità professionali).  Lavorare, infatti,  non significa soltanto svolgere una serie di semplici mansioni, ma vivere ed interagire proficuamente con gli altri. Come si è già detto, il successo dell’integrazione lavorativa dipende strettamente dalla discrepanza (che deve essere il più possibile limitata) fra le competenze del soggetto da avviare al lavoro e le richieste connesse all’assunzione del ruolo professionale.

Abbiamo  previsto uno specifico modello di orientamento professionale per le persone in situazione di disabilità mentale.

 

Il periodo di formazione specifica al lavoro

Il lavoro di orientamento descritto nel punto precedente, rappresenta la base per un lavoro specifico e strettamente personalizzato.

Nel caso in cui le differenze fra le abilità possedute dai soggetti e quelle richieste dall’ambiente fossero considerevoli (situazione sicuramente frequente) è necessario intraprendere azioni in due direzioni.

Da un lato, la ripresa di un processo formativo, con caratteristiche molto mirate al lavoro da intraprendere.

Dall’altro un aggiustamento con eventuale modifica delle mansioni che la persona sarà chiamata a svolgere all’interno dell’Ente o dell’azienda.

Per operare l’inserimento vero e proprio, comunque, non è necessario che si arrivi ad un annullamento della discrepanza fra capacità e richieste.  La persona deve essere messa in una situazione di rischio controllato, per favorire un effettivo progresso e un consolidamento dell’autostima personale.

 

Una figura fondamentale: l'operatore della mediazione (tutor)

Un ruolo di grande importanza, a questo proposito, dovrà essere svolto dall’operatore della mediazione, comunemente individuato come tutor.  A tale figura viene affidato il compito importante e delicato di guidare la persona in situazione di disabilità nelle prime fasi di inserimento lavorativo, monitorare l'evoluzione del processo di adattamento, favorire le relazioni fra colleghi, agire sull'ambiente per facilitare l'accettazione.  L'azione del tutor, con il passare del tempo, dovrà progressivamente attenuarsi, andare sempre più nello sfondo fino ad annullarsi e trasformarsi in un controllo periodico.

Per svolgere questa fondamentale funzione, il tutor deve essere opportunamente preparato.  A questo proposito, il presente progetto prevede uno specifico curriculum formativo, finalizzato alla promozione della seguente serie di  competenze:

  • essere in grado di attivare  rapporti empatici con la persona in situazione di disabilità;
  • saper lavorare in èquipe in modo collaborativo;
  • saper controllare e, nel caso, governare le emozioni negative : stress, collera ecc.;
  • creare rapporti collaborativi con le strutture lavorative, motivandole all'accettazione della persona RM;
  • saper supervisionare l'integrazione lavorativa della persona in situazione di disabilità nella struttura lavorativa.

Nel progetto completo è previsto uno specifico programma formativo che prevediamo per i tutor.

 

L’inserimento lavorativo presso cooperative sociali

Il lavoro in cooperative rappresenta sicuramente la maggiore opportunità di inserimento professionale che si offre alla persona in situazione di disabilità al termine del proprio percorso formativo.

Il ruolo della cooperazione sociale, stato disciplinato dalla Legge n. 381 dell'8 novembre 1991, ha rapidamente assunto dimensioni di notevole rilievo.  La legge afferma che "le cooperative sociali hanno scopo di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi o attraverso lo svolgimento di attività diverse (agricoli, industriali, commerciali o di servizio) che hanno come fine l'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate". 

Sulla scorta della finalità enunciata dal testo normativo, sono stati attivati due filoni di attività all'interno delle cooperative sociali.

Il primo riguarda tutta la gestione dei servizi socio-sanitari ed educativi (cooperative di tipo a).

Il secondo, che particolarmente interessa le finalità del presente progetto, prevede l'organizzazione di attività lavorative ---  in campo agricolo, commerciale, della produzione manufatturiera, ecc. --- per favorire l'inserimento nel mondo del lavoro di persone svantaggiate (portatori di disabilità fisico e psichico, tossicodipendenti, alcolisti, ecc.), le quali, attraverso il lavoro, possono socializzare, ritrovare un'identità sociale e soprattutto acquisire nuove capacità professionali.  Tali cooperative sono denominate di tipo b.

Anche la Regione Marche ha emanato una specifica disposizione di Legge (la L.R. n. 50/95) per favorire e sostenere l'attività delle cooperative sociali .

Sulla scorta di queste premesse, il nostro progetto per l'integrazione lavorativa di persone in situazione di disabilità mentale prevede la l'opportunità di inserimento all'interno di cooperative sociali per quei soggetti che non trovano spazio in azienda.  Abbiamo istituito una cooperativa sociale di tipo b, denominata cooperativa sociale "Francesca", la quale è attiva nel campo della produzioni di manufatti artistici in cartone rivestito ed in ceramica, gestisce un punto vendita nella città di Urbino e organizza esperienze di turismo sociale ed attività sportive e ricreative rivolte a tutti.

 

Uno strumento essenziale: le borse lavoro

Per la riuscita dell'inserimento lavorativo presso la cooperativa sociale è necessario prevedere inizialmente delle borse lavoro per i ragazzi.  Si tratta di uno strumento di promozione dell'integrazione professionale di cui dispongono gli Enti locali, finanziato da specifiche disposizioni di Legge Regionale.
Le cooperative sociali, in assenza di tale aiuto, sono costrette a limitare le esperienze di inserimento lavorativo solo a quei  soggetti delle cui capacità professionali sono certi.  La maggior parte dei disabili mentali rimane così esclusa, in quanto non è in grado di assicurare da subito degli standard prestativi soddisfacenti.

Chiaramente, sarebbe un errore strategico imperdonabile se si pensasse, come purtroppo in molte occasioni avviene, di finanziare in maniera duratura l'inserimento lavorativo attraverso le borse lavoro. Si tratterebbe di una forma mascherata di assistenza, certamente non in grado di promuovere l'integrazione comunitaria della persona attraverso la dignità del lavoro. 

Noi riteniamo le borse lavoro una facilitazione ed un aiuto iniziale al processo di integrazione lavorativa della persona in situazione di disabilità mentale, che può protrarsi per u periodo di tempo non superiore ai due-tre anni.

Nel caso dell'inserimento in azienda e presso Enti abbiamo previsto la possibilità di una formazione specifica e la presenza iniziale del tutor.  In questa situazione, per le caratteristiche del lavoro in cooperativa sociale, prevediamo un tirocinio diretto all'interno della cooperativa sostenuto dallo strumento delle borse lavoro e facilitato dai colleghi.

Servizio di residenzialità breve  Torna in home page  Torna all'elenco dei servizi