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L’integrazione lavorativa dei disabili |
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Modello di orientamento professionale
Premessa L'integrazione della persona disabile presenta, come è naturale, luci ed ombre. Per quanto riguarda il processo integrativo all'interno dell'istituzione scolastica, è possibile affermare che i risultati ottenuti sono in larga misura positivi, confermando l'efficacia di tale impostazione. I benefici non sono limitati solo all'allievo disabile, ma anche ai suo compagni, che generalmente pervengono a soddisfacenti livelli di accettazione nei riguardi sia dell'disabilità che di ogni altra forma di diversità. Meno positivi, invece, sono i risultati ottenuti per quanto attiene la formazione professionale della persona disabile e la sua integrazione nel contesto lavorativo. Coloro che sono maggiormente penalizzati, trovando forti limiti all'integrazione, sono le persone con disabilità mentale (RM); mentre quelle caratterizzate da disabilità sensoriale e motorio hanno in genere maggiori opportunità di essere collocati all'interno della struttura lavorativa. Come sostiene Meazzini (1997), le ragioni, che hanno reso quanto mai precario l'inserimento lavorativo della persone RM, sono piuttosto numerose. La prima di queste ha a che vedere con la qualità della formazione professionale, che generalmente viene attuata dalla regione o da istituti da essa finanziati. Le lacune rilevate all'interno di questa dimensione sono piuttosto rilevanti : personale formato in modo carente e non sistematico, criticabili processi di orientemanto e di selezione degli allievi, contenuti programmatici spesso obsoleti ecc. La seconda stà nell'assenza di un raccordo tra istituto di formazione e mondo del lavoro, col risultato che la persona RM spesso non viene assistita nel processo d'integrazione lavorativa. Quando ciò si verifica, aumentano di molte le probabilità di un pessimo adattamento della persona RM e di una sua futura espulsione. La terza, infine, è connessa ad una legislazione non del tutto premiante per quanto riguarda il datore di lavoro, per il quale sono sì previste esenzioni fiscali, che però sono evidentemente insufficienti ad incentivare l'assunzione della persona RM. Per uscire da quest'impasse vi sono numerose strade percorribili, ognuna delle quali non esclude affatto l'altra.
1. L’ORIENTAMENTO PROFESSIONALE DELLA PERSONA IN SITUAZIONE DI DISABILITÀ MENTALE Come sottolineato da Ricci nella sua rassegna relativa alla letteratura internazionale sul tema dell’integrazione lavorativa dei disabili esiste un massimo accordo fra i diversi Autori nel considerare due aree fondamentali come condizioni per il successo dell’integrazione, rappresentate dalle “determinanti” “infraindividuali” ed “extraindividuali”. In questo studio vogliamo presentare un modello per l’orientamento professionale della persona RM, basato sulla valutazione parallela delle determinanti infraindindivuali ed extraindividuali. Il modello mette in rapporto le abilità possedute dai soggetti RM e le richieste prestative connesse al tipo di lavoro da effettuare, sia esso “lavoro competitivo”, “lavoro supportato”, lavoro in “laboratori protetti”, ecc. L’obiettivo, chiaramente, è quello di pervenire ad un modello predittivo dell’integrazione professionale, cioè alla possibilità di effettuare delle previsioni circa le prospettive di successo di determinate esperienze di integrazione lavorativa di persone RM. Naturalmente, come abbiamo già sottolineato, una soddisfacente integrazione lavorativa dipende anche largamente da altre due deteminanti extraindividuali di cui ci occuperemo nei prossimi capitoli di questo studio: la predisposizione di adeguati percorsi di formazione professionale e la presenza di operatori della mediazione adeguatamente preparati (tutors). 1.1. Le abilità per l’integrazione lavorativa Veniamo ora ad analizzare le principali determinanti in grado di condizionare il successo dell’integrazione lavorativa della persona RM. Il modello che proponiamo prevede un articolato sistema di valutazione di tali determinanti, che abbiano cercato di condensare in 5 categorie di abilità: - abilità cognitive; Prima di descrivere il sistema di assessment, ci soffermiamo sinteticamente ad illustrare le abilità elencate. Abilità cognitive Il possesso di un livello adeguato di competenze cognitive è condizione essenziale di qualunque progetto di integrazione lavorativa. Con il termine di abilità cognitive intendiamo una serie di capacità che investono l’ambito discriminativo, attentivo, mnestico, comunicativo e che permettono al soggetto di comprendere la situazione nella quale si trova e prendere decisioni per affrontare situazioni problemiche. Per riuscire a compiere attività nell’ambito professionale che non siano esclusivamente di carattere ripetitivo e meccanico, infatti, la persona RM deve essere in grado di concentrare l’attenzione sulla situazione, percepirla adeguatamente, mantenere le informazioni essenziali in memoria di lavoro, adottare una soluzione al problema che si presenta scegliendola fra alcune possibili, implementare il comportamento, verificare gli effetti dello stesso, memorizzare a lungo termine sia il percorso seguito che i risultati con esso ottenuti. Oltre ai processi cognitivi elencati, grossa rilevanza per il successo di esperienze di integrazione lavorativa rivestono anche il possesso delle abilità scolastiche tradizionali di lettura, scrittura e aritmetica. Bisogna rilevare, però, che l'apprendimento di tali abilità richiede un bagaglio di condizioni prerequisiziali di tipo cognitivo, motorio ed affettivo che quasi mai sono possedute dai soggetti RM. La decisione da assumere in questi casi è fra l'adozione di un curricolo strumentale o funzionale. Questo discorso relativo alla scelta del curricolo riguarda anche l’aspetto formativo dei soggetti in funzione dell’integrazione lavorativa. E' chiaro che, a questo livello, bisogna riferirsi ai riscontri della diagnosi funzionale, cioè all'esame del possesso o meno delle necessarie condizioni prerequisiziali. E' altrettanto evidente che qualsiasi scelta venga adottata non va intesa come irreversibile. Se facciamo l’esempio della lettura è evidente come sia molto più elevato il potere adattivo di una lettura strumentale anche molto stentata rispetto ad una buona lettura funzionale. Questo discorso, però, non è più valido negli ultimi anni della scuola scuola media e soprattutto nei corsi di formazione professionale, dove una decisione precisa deve essere assunta. Non è possibile, infatti, vedere adolescenti e giovani con disabilità mentali consistenti passare la maggior parte del loro tempo a discriminare ed appaiare forme, a recitare a memoria l'alfabeto ed a leggerlo, trascurando di apprendere quelle abilità funzionali che faciliterebbero un buon adattamento nella realtà sociale (Wehman, Renzaglia e Bates, 1984). Abilità integranti Con la dizione di abilità integranti si indicano una serie di abilità che consentono alla persona RM di acquisire una necessaria autonomia e di possedere i mezzi per usufruire dei servizi offerti dalla comunità e per attivare relazioni gratificanti con i più diversi elementi dell'ambiente di vita. Le abilità integranti da promuovere dipendono dalla realtà nella quale la persona si trova ad interagire. Comunque, a livello generale, si può individuare una categoria di abilità particolarmente importanti per l’integrazione lavorativa: - uso del denaro per acquisti indipendenti; Accanto a queste trovano posto abilità relative ai comportamenti sanitari (ad esempio nell'assunzione di farmaci), alla gestione adeguata delle pulsioni sessuali (ad esempio evitando la masturbazione in pubblico), all'utilizzo dei vari servizi della comunità (bar, negozi, ecc.). Nella progettazione dell'integrazione sociale e lavorativa della persona RM è assolutamente necessario dedicare grande attenzione all'acquisizione di queste abilità integranti. Infatti, in molti casi, il motivo principale della perdita del posto di lavoro sta nella mancanza di abilità integranti, piuttosto che in un deficit di abilità professionali. Lavorare nella società è molto di più che svolgere una serie di compiti. Abilità di autonomia E’ addirittura superfluo sottolineare il rilievo che riveste, in ogni progetto di integrazione lavorativa di soggetti RM, il fatto che gli stessi posseggano un buon livello di autonomia, intesa sia come capacità di cura della propria persona che dell’ambiente di lavoro. Qualsiasi struttura lavorativa pone questo aspetto come prerequisiziale per l’implementazione di progetti di integrazione di soggetti RM (si veda a questo proposito la già citata rassegna bibliografica di Ricci). -abilità relative al pasto; Abilità sociali Con il termini di abilità sociali si "un repertorio di comportamenti verbali e non verbali, acquisiti attraverso l'apprendimento, per mezzo dei quali un individuo ricerca risposte di altri individui in contesti interpersonali" (Kazdin e Coll., 1983, p. 108). Questo repertorio agisce come un meccanismo che permette al soggetto di influenzare il proprio ambiente ottenendo risultati desiderabili, oppure rimuovendo o evitando risultati indesiderabili. Il livello di capacità di ottenere tali risultati, senza infliggere sofferenza o calpestare gli altri, descrive il limite al quale egli può essere considerato socialmente abile o assertivo. Un buon livello di assertività è sicuramente necessario per entrare adeguatamente in relazione nell’ambiente lavorativo. Volendo andare più in profondità nella definizione, dobbiamo chiederci quali sono le abilità che concorrono a delineare una persona come assertiva. E' questo un passaggio di fondamentale importanza, che abbiamo approfondito anche nell’intenzione di costruire uno specifico curricolo educativo (Meazzini, Cottini, et Al.). A questo proposito, abbiamo elaborato una sorta di identikit della persona socialmente abile o assertiva, descrivendola come capace di: - comportarsi adeguatamente nell'ambiente; Nel prosieguo presenteremo un semplice strumento denominato “Social inventory”, in grado di consentire una valutazione del livello di assertività della persona RM. Abilità professionali In un sistema produttivo come il nostro caratterizzato da elevata competitività e da richieste prestative di alto livello, l'integrazione lavorativa è strettamente dipendente dal possesso di abilità professionali. Anche il disabile mentale, quindi, deve apprendere abilità professionali per poter assumere un ruolo lavorativo.
1.2. Come valutare il possesso delle abilità per l’integrazione lavorativa nel soggetto RM Per ogni categoria di abilità sopra descritte viene ora presentato il sistema di valutazione basato su una check list con 10 items e da una serie di prove validate per attribuire il punteggio su una scala da 0 a 10 agli items della check list. Di seguito presentiamo le check list riferite alle cinque categorie di abilità, mentre le prove di valutazione sono riportate in allegato. Chiaramente il sistema di assessment che proponiamo deve andare a sommarsi ad un serie di valutazioni generali, le quali si concentrino sia su una precisa definizione della disabilità (seguendo le indicazioni del DSM4), che sull’accertamento degli aspetti clinici connessi e di alcuni indici psicologici di estrema importanza (QI, tempi di reazione).
Per quanto riguarda le modalità di attribuzione dei punteggi sui singoli item, si faccia riferimento alle prove allegate.
Per quanto riguarda le modalità di attribuzione dei punteggi sui singoli item, si faccia riferimento alle prove allegate.
Abilità di autonomia Per quanto riguarda le modalità di attribuzione dei punteggi sui singoli item, si faccia riferimento alle prove allegate.
Abilità Sociali Per quanto riguarda le modalità di attribuzione dei punteggi sui singoli item, si faccia riferimento alle prove allegate.
Abilità professionali L’operatore che segue il processo di orientamento professionale è invitato ad effettuare la task-analysis della mansione professionale che si intende far svolgere alla persona RM. In altre parole, deve indicare e scrivere le fasi essenziali del compito effettuandolo egli stesso e su queste valutare il soggetto. E’ importante che la descrizione si incentri su comportamenti osservabili che devono essere svolti e non su processi che non possono essere verificati attraverso l’osservazione. Per una illustrazione maggiormente dettagliata delle modalità di effettuazione della task analysis si rimanda alla letteratura specifica (Meazzini, 1978, 1985; Foxx, 1982; Nisi e Rollandi, 1984; Caracciolo e Rovetto, 1988; Cottini, 1993).
1.3. Come verificare le richieste formulate dall’ambiente di lavoro Come abbiamo già sottolineato, il nostro modello di orientamento prevede, oltre all’analisi del possesso di abilità per l’integrazione da parte della persona RM, anche una verifica delle richieste che la struttura nella quale deve avvenire l’integrazione pone sulle stesse abilità. Il questionario si incentra sulle stesse 5 categorie di abilità precedentemente prese in considerazione. Per ognuna di esse sono previste 10 domande, ad eccezione delle abilità di autonomia e sociali che hanno solo 5 domande. L’attribuzione del punteggio avviene con la seguente procedura: - quando viene indicato che l’abilità descritta nella domanda del questionario è richiesta “sempre o quasi sempre (SEM)”, si conteggiano 10 punti; Per le abilità di autonomia e sociali, i punteggi vanno raddoppiati. Una volta completato l’intero questionario, si sommano i punteggi relativi alle 5 categorie di abilità. Questi indicano quanto tali abilità sono importanti per il tipo specifico di lavoro sul quale si intende orientare la persona RM. Il punteggio massimo ottenibile per ogni abilità è, anche in questo caso, di 100 punti.
1.4. Il prospetto riassuntivo della valutazione I risultati delle valutazioni effettuate direttamente sulla persona RM e le risultanze del questionario per l’azienda vanno riportati sul prospetto riassuntivo di seguito illustrato. Ogni colonna si riferisce ad una specifica abilità (cognitive, integranti, ecc.) ed è divisa in due parti: il settore di destra è riservato alla valutazione diretta sul soggetto, mentre nel settore di sinistra va riportato il punteggio scaturito dal questionario per l’azienda. In questo si mette in evidenza, anche visivamente, il patrimonio di abilità possedute dal soggetto e le richieste che un determinato tipo di lavoro pone a livello delle stesse abilità. La corrispondenza o, al contrario, la grossa discordanza fra i livelli delle colonnine riferite alle stesse abilità è in grado di dare informazioni importanti sulle prospettive di successo del processo di integrazione lavorativa. Più i livelli sono corrispondenti, maggiori sono, naturalmente, le possibilità che l’esperienza pianificata vada a buon fine. LEGENDA:
I = Abilità cognitive IV = Abilità sociali II = Abilità integranti V = Abilità professionali III = Abilità di autonomia
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